Nel ventre

di Antonio Mocciola

Adattamento e regia

Marco Medelin

Con Salvo Lupo

In un monologo rivive la voce di un giovane zolfataro dei primi del Novecento. Sebastiano entra ragazzino e diventa uomo, attraverso lancinanti esperienze che lo trasformano per sempre.

Costretti a lavorare dall’alba al tramonto senza tregua, i minatori siciliani erano privati degli abiti, di ogni minimo diritto umano, e con paghe da fame nera. Uno scandalo protratto per secoli, fino alle chiusure degli impianti, che lasciarono disoccupazione e desolazione all’interno dell’isola.

Il testo di Antonio Mocciola e la regia di Marco Medelin fanno rivivere l’incubo di un ragazzo qualunque, intrappolato in un inferno che non aveva previsto, vittima del sogno di un progresso solo illusorio, e di un’indipendenza che non avrà mai.

Salvo Lupo, giovane attore siciliano, recita dall’inizio alla fine completamente nudo, così come lo erano questi lavoratori nel ventre della terra, rendendo ancora più scabroso e crudele il racconto di Sebastiano, le cui parole pesano come macigni sulla coscienza di un’Italia assassina di migliaia di suoi incolpevoli figli.